Crolla l’engagement degli Influencers e il numero di followers. Che sia la volta buona che il mercato se ne liberi? Speriamo.
Che noi di Ducklab non siamo mai stati sostenitori dell’influencer marketing non è cosa nuova: da tempo sosteniamo infatti che una strategia comunicativa basata su individui dall’egocentrismo incalcolabile è inconcepibile. Ora però, a darci ragione ci sono i numeri, e sui numeri non si “filosofeggia”! E la matematica -quella vera, non dei like comprati– non è un’opinione.
Un’indagine firmata da Mobile Marketer su dati InfluencerDB ha dimostrato che le timeline di Instagram sono così affollate di post sponsorizzati e “markettate” da influencer legate a eventi, prodotti o servizi promossi da aver stancato gli utenti ed aver perso così ogni possibile interesse. Secondo l’analisi l’engagement di quel tipo di contenuti è ai minimi storici, dal 4% al 2,4% fino ad arrivare a un imbarazzante 1,9% per i post non sponsorizzati. Insomma più che un calo un vero e proprio tonfo che dovrebbe far riflettere i “”guru“” della comunicazione swag dalle parti della Madonnina.
Che dire? Forse la gente si è un po’ stancata di tutte queste markettate? Che niente niente forse hanno iniziato a cogliere che nulla è fatto per nulla -soprattuto sull’internet? Fatto sta che un’altro bel segnale ai santoni della città delle riunioni infinite -dove poi non si conclude mai nulla- arriva da un’ulteriore approfondimento dell’indagine fatta.
Sembra infatti che gli influencer dal seguito più ridotto, quelli da poche migliaia di follower, se la cavino meglio in termini di coinvolgimento dei propri seguaci. Se l’engagement fra chi vanta oltre 10 mila follower è di appena il 3,6% per quelli che contano fra 5 e 10 mila affezionati sale all’8,8% e per chi viaggia tra i mille e i 5 mila fan si attesta al 6,3%.
Un’ulteriore aspetto molto importante è l’attitudine local degli influencers che meno hanno risentito di questo calo e che anzi, ne hanno giovato! Più l’influencer è della provincia più riesce a catturare l’attenzione dei suoi follower.
Insomma, secondo noi il succo di tutta questa storia resta sempre uno: perché diamine un’azienda deve continuare ostinatamente a promuovere i propri prodotti affidandosi ad influencers che un giorno propongono il loro prodotto e il giorno dopo quello di un concorrente?! Forse è ora che si torni a studiare una comunicazione incentrata sul brand e non su chi lo veicola!
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